SCILLA

Scilla (anticamente U Scigghiu in dialetto reggino) è un comune italiano di 4 500 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria in Calabria.

E’ situata sull’omonima punta, che sorge a nord-est del capoluogo: il Promontorio Scillèo, proteso sullo Stretto di Messina, che anticamente veniva infatti denominato Stretto di Scilla. Il toponimo Skýla (dal greco Σκύλα “cagna”) richiama un misterioso mostro, responsabile di tempeste scatenatesi sul mare, che avrebbe provocato disastrosi naufragi. Descritta da Strabone come uno scoglio simile a un’isola, Scilla mantiene tuttora i tratti di questo paesaggio. I suoi pochi abitanti furono considerati, per tradizione, degli abili navigatori e conoscitori delle rotte, come narrato da San Girolamo.

Le origini sono antichissime, confuse tra mitologia, storia, leggenda e poetiche immagini alimentate per millenni dalla suggestività dell’ambiente naturale. Secondo la mitologia greca, Scilla era una ninfa marina che per gelosia fu trasformata da Circe in un mostro mentre faceva il bagno in una caletta presso Zancle (l’odierna Messina); al posto delle gambe ebbe sei teste di cane che latravano, e lunghe code di serpente. La storia è raccontata nell’ Odissea e nelle metamorfosi di Ovidio. Per chi però non s’accontentasse delle narrazioni mitologiche, ecco un’interessante ipotesi filologica delle origini sia dei nomi sia del mito di Scilla e Cariddi:

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